c'è anche da dire che molti studiosi affermano che un periodo di mille anni sia troppo lungo da racchiudere in un solo tipo di medioevo, la fine dell'epopea delle crociate, concomitante il raffreddamento del clima, accompagnato da carestie che a loro volta aprirono le porte alle pestilenze, nonchè la esclusione sociale all'accesso alle cariche nobiliari, il trasferimento della sede papale ad avignone e altri fatti più o meno importanti, furono altri punti di frattura percepiti dai contemporanei in maniera abbastanza netta.
con l'inizio del 1300 si assiste a un cambiamento rispetto al periodo che rappresenta, se vogliamo, il cuore del medioevo, collocato tra il XI e fine XIII inizio XIV secolo,
anche gli abiti del 300 sono diversi rispetto a quelli del 1100-1200, le livree dei cavalli, l'architettura si differenzia dandosi connotati nazionali, ed è ovvio trattandosi di un periodo così lungo che ci siano anche cambiamenti profondi.
per fare un parallelo forse ardito potremmo paragonare il periodo dell'umanesimo principalmente italiano
, ovverosia dai primi decenni del 1300 al 1450 circa, come all'autunno del medioevo, un pò come l'autunno dell'antichità fù il tardo-antico, e in questa ottica dobbiamo riscontrare già i segni del rinascimento che convivono con "vestigia" medievali ancora in uso in piena epoca rinascimentale.
un epoca di passaggio vero e proprio secondo me non esiste, se consideriamo la cosa sotto l'occhio degli uomini medievali. Fino a quando non si cominciò a rivalutare l'antico, nell'arte pittorica e scultorea ad esempio con il vasari e tanti altri suoi coevi, e dando al contempo, senso negativo a ciò che appariva madievale, non si pone una frattura netta con ciò che era prima e ora non più.
possiamo altresì affermare che tutte sono epoche di passaggio.